Lei aveva 27 anni, oggi sarebbero stati 36, mentre io vado per i 35.
Tutto nella mia vita è cambiato da quando Mari non c’è più.
Tutto è in perenne movimento e se questo continuo oscillare un tempo animava il mio cuore, oggi le aspirazioni sono altre.
Negli anni credo di aver imparato a navigare nella tempesta da sola. Questo è avvenuto gradualmente, un processo lento, in cui si sono alternati momenti di sconforto, delusione e sofferenza.
Capisci che qualcosa è mutato quando le lacrime che un tempo scendevano copiose, ormai emergono raramente, per pochi minuti, solo quando lo stress arriva a limiti estremi.
Lacrime razionali e ben dosate, da vivere in silenzio e in solitudine.
Oggi, all’alba del compleanno di Mari, mi chiedo cosa mi faccia vibrare il cuore.
Un cuore che ho cercato di domare dalle mille ansie; un cuore in cerca di una stabilità e di una quotidianità. Un cuore che è dovuto diventare grande e che, oggi, richiede consapevolezza.
Per tanti anni ho pensato di essere io sbagliata. Le vite degli altri erano sempre un “più”; ma oggi mi chiedo: cosa rappresenta quel “più”? Cosa il mio “meno”?
Dopotutto la matematica non è un opinione e “meno per meno” fa “più”.
Bene, con il trascorrere degli anni, credo di essere diventata questo “più”. Come ha detto “quel” Victor Hugo, oggi può essere «il primo giorno del resto della mia vita» e domani, concretamente, lo sarà.
Inizierà una nuova fase di scoperta: un nuovo lavoro, nuove conoscenze, nuove paure ma con la voglia di affrontarle e con la voglia di essere all’altezza dell’inaspettato.
Il 13 settembre rappresenta il giorno del mio personale bilancio annuale e l’anno appena trascorso è stato interessante, diverso, ricco di conoscenze e, in qualche caso, anche di nuove amicizie.
Credevo fosse una parentesi e invece mi ritrovo di nuovo qui, in questa regione a me sconosciuta, ma con il sole, il mare e la statale molto simile alla costa ionica calabrese.
In questo anno sono ripartita nuovamente da zero. Non è facile ricominciare: farti conoscere, vivere di commenti e di opinioni; non avere gli amici di una vita accanto, far capire che dietro quei vestiti neri, fondamentalmente c’è altro.
Se da un lato si va incontro al “mistero”, dall’altra parte, cambiare sempre città, mi ha regalato la voglia di conoscere, la bellezza delle piccole emozioni e delle piccole aperture, che si trasformano in momenti importanti e necessari.
Una cena a San Biagio, una passeggiata nel bosco, un negroni bevuto in terrazza, un improbabile karaoke calabrese a mille chilometri di distanza da casa.
È bello essere curiosi… io lo sono sempre stata, ma è necessario farlo con genuinità e trasparenza.
Ogni lamento, ogni insoddisfazione, ogni critica, credo sia il sintomo di quel nostro personale “meno” da trasformare in “più” per migliorare.
Vivere il processo di cambiamento con coscienza, in modo da giungere alla consapevolezza di ciò che realmente si vuole per l’immediato e prossimo futuro.
Mai cambierei i miei “meno”, perché quei meno mi rappresentano; mi hanno dato la possibilità di navigare sola, di crescere senza avere paura del silenzio e, non in ultimo, di vedere la bellezza, anche laddove questa alcune volte sembra non esserci.
Per tutto questo devo dire grazie alle persone che mi circondano: da loro ho compreso cosa significhi non aver paura di fronte al dolore, il coraggio di lottare per chi si vuole bene; affrontare la vita con grinta e, non in ultimo, camminare sempre a testa alta.
Un amore “non liquido”, un sentimento reale e concreto, insegnatomi dalle donne della mia vita.
Dopotutto, come afferma Zygmunt Bauman, «l’amore non è un oggetto preconfezionato e pronto per l’uso. È affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato, ri-creato e resuscitato ogni giorno».
Di fronte alle infinite possibilità dell’esistenza, sta a noi scegliere quali sono i “più” o i “meno” e «alcune scelte sono più facili e altre più rischiose».
A oggi molti sono i sentimenti che fanno vibrare il mio cuore, ma la necessità è quella di trovare sempre nuove sinfonie e nuova consapevolezza da costruire, giorno dopo giorno, in un processo continuo di ri-generazione.
Nel giorno del tuo trentaseiesimo compleanno brinderò a te mia dolce sister e anche a colei che mai ci ha lasciate sole. Colei che ci ha insegnato il vero senso dell’Amore, quello che ti fa credere che tutto sia possibile, che ti plasma, ti anima di genuinità e ti sprona a credere nei sogni, insegnandoti, al tempo stesso, ad affrontare quei “meno” che spesso la vita pone sulla strada dell’esistenza.
Brindo a Voi, mia forza, mia meraviglia, mia unica Vita.
Testo e vita di ©Claudia Stritof
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