All’inizio fu il silenzio, poi lo schermo rosso e a seguire le note di The Funeral March of Queen Mary di Henry Purcell, arrangiata da Walter Carlos e Rachel Elkin. Così inizia Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, un film che non ha certo bisogno di presentazioni.
Alex guarda dritto in camera, il suo sguardo è sicuro, fiero e mai titubante. La cinepresa si allontana ed «Eccomi là. Cioè Alex e i mie drughi. Cioè Pit, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova milkbar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata», e tra un bicchiere di Latte + e l’altro, il pensiero non poteva che volgere «all’esercizio dell’amata ultraviolenza».
Un incalzare di crudeltà fisica e psicologica che si sussegue senza soluzione di continuità fino alla fine del film: dal Korova milkbar, la scena si sposta in un sottopasso dove i quattro ragazzi aggrediscono un barbone ubriaco, poi vanno in un teatro abbandonato e affrontano la banda rivale capeggiata da Billy Boy, sulle note della Gazza Ladra di Gioacchino Rossino, un energico, vitale, drammatico balletto che mette in scena la giocosità e la violenza del loro comportamento; quindi scorrazzano nelle campagne londinesi su una fiammante “Durango”, chiaramente rubata, per giungere alla villa dei coniugi Alexander, che vengono picchiati e umiliati sulle note di Singin’ in the Rain.
Dmitri Kasterine, fotografo britannico di notevole spessore, coglie tutto questo: l’armonica, tragica, grottesca violenza dei drughi e l’atmosfera rarefatta del making of.
In una di queste fotografie Stanley Kubrick siede con Kasterine sotto una piattaforma costruita per proteggere le macchine da presa, mentre fuori piove. I due chiacchierano, lo sguardo di Kubrick è fisso verso l’obiettivo, un po’ annoiato e un po’ pensieroso. Il fotografo non ci pensa un attimo e scatta. Stivaloni in primo piano, gambe incrociate, Kubrick con una mano si tira indietro i capelli, mentre con l’altra tiene la sua cinepresa Arriflex.
Dmitri Kasterine è nato in Inghilterra, il padre era un ufficiale dell’esercito Russo mentre la madre era inglese, prima di approdare alla fotografia, svolge diversi lavori: mercante di vini, broker, pilota di aerei e di auto da corsa. Negli anni ’60 tutto cambia e inizia a collaborare con agenzie e riviste importanti come fotografo, ritraendo i maggiori protagonisti dell’arte e della cultura degli ultimi decenni: Martin Amis, David Hockney, Francis Bacon, Samuel Beckett, Mick Jagger e molti altri artisti.
In questi anni viene a conoscenza dei film e della fama di Kubrick e decide di fotografarlo per la rivista Queer. Senza perder tempo Kasterine si reca negli Shepperton Studios dove Kubrick sta girando Il dottor Stranamore, alla fine di quella giornata, il regista gli chiede di lavorare per lui come fotografo, aggiungendo: “You stand in the right place”.
Dmitri ha lavorato con Kubrick sul set di 2001: Odissea nello spazio, de Il dottor Stranamore e Arancia Meccanica, veniva definito quello “speciale”, perchè girovagava sul set scattando immagini del dietro le quinte, che poi Kubrick avrebbe voluto inserire nei titoli di coda, cosa che però non fece mai.
Testo a cura di Claudia Stritof.
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Questo articolo è stato scritto in seguito alla visita presso la ONO arte contemporanea di Bologna, che ha presentato la mostra Stanley Kubrick – Arancia Meccanica. Fotografie di DMITRI KASTERINE, la quale celebra il genio del fotografo e la pellicola di Kubrick, proprio in occasione del 45° anniversario dell’uscita del film nelle sale. Costumi futuristici, musica classica, scenografie pop, importanti richiami storici e colti dialoghi si susseguono incessanti sulle note di Rossini e del «buon vecchio Ludovico Van». Arancia Meccanica, un film diventato un cult per molte generazioni e una pietra miliare della cinematografia internazionale.
Stanley Kubrick – Arancia Meccanica Fotografie di DMITRI KASTERINE
ONO arte contemporanea, via Santa Margherita, 10 – Bologna
19 marzo- 7 maggio 2016
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