Niki de Saint Phalle (Parigi 1930- San Diego 2002) nel 1948 intraprende il suo percorso nell’arte. Inizialmente si dedica alla letteratura e in seguito al teatro, sognando di diventare attrice. In questo periodo posa come fotomodella per Vogue e Life. Durante la sua prima personale in Svizzera conosce Jean Tinguely, noto scultore di congegni ferrosi, i mecaniques, combinazioni di rifiuti della società industriale. Innamorata dello sculture nel 1960 si separa dal marito e due vivono la loro storia d’amore condividendo uno studio a Parigi. Nel 1961 realizza I Tiri o Shooting paintings e nello stesso periodo entra in contatto con il gruppo del Nouveaux Realisme. Dal 1965 inizia ad esplorare la figura femminile a grandezza naturale, realizzando le famosissime Nanas. Una delle più importanti è la Hon (Lei in svedese) che realizza per il Moderna Museet di Stoccolma. Una grande figura di donna giace sdraiata sul dorso con le gambe piegate, si accede al suo interno attraverso l’organo genitale e l’interno è diviso in diversi ambienti che lo spettatore può visitare. Nel seno sinistro vi è un planetario, nell’altro un milk bar mentre in una delle gambe una galleria che riproduce capolavori falsi di Paul Klee, Matisse etc. eseguiti appositamente dal critico Ulf Linde.
Naturalmente la Hon è stata realizzata grazie alla collaborazione di Jean Tinguely, compagno d’arte e di vita che assume la direzione del team tecnico per l’occasione e sempre dal rapporto artistico tra i due nasceranno opere importantissime come: la Fontana di Stravinsky di Parigi (1983) e il Giardino dei Tarocchi.
L’idea del parco si deve all’ispirazione avuta all’artista durante la visita di Parque Guell di Antonio Gaudì a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al Giardino di Bomarzo in Italia. La costruzione del giardino inizia nel 1979 nella Maremma toscana. Durante un periodo di convalescenza in Svizzera, Niki incontra Marella Caracciolo Agnelli e le racconta il suo progetto di un giardino con rappresentati i 22 Arcani Maggiori, sculture ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate. Afferma l’artista:
se la vita è un gioco di carte noi siamo nati senza conoscere il nostro ruolo, e tuttavia dobbiamo giocare la nostra mano. Durante i secoli l’uomo ha amato giocare con i tarocchi. Poeti, filosofi, alchimisti si sono voltati alla scoperta dei loro significati.
Un mondo magico e misterioso, ricco di colore e riflessi, il giardino è stato terminato con l’aiuto di numerosissimi artisti internazionali e locali nell’estate del 1996. L’accesso al giardino, realizzato da Mario Botta, è separato da un doppio muro di recinzione in tufo con un’apertura circolare al centro. Oltrepassata questa linea di demarcazione si abbandona simbolicamente la realtà per accedere in un mondo fantastico. La strada sterrata giunge fino alla piazza centrale occupata dalle figure della Papessa e del Mago, i primi Arcani che iniziano il percorso. La vasca in cui si raccolgono le acque sgorganti a cascata della scalinata che procede nell’enorme bocca della Papessa, reminescenza dell’Orco di Bomarzo, è segnata al centro dalla Ruota della Fortuna, la scultura semimovente di Tinguely. Li fronteggiata la Forza, una donna vestita di bianco e di fronte un drago ricoperto da specchi verdi. I colori come avviene nei tarocchi tradizionali hanno valenza simbolica: il rosso è il colore della forza creatrice, il verde della vitalità primigena, il blu è il segno della profondità del pensiero, del desiderio ardente e della volontà. Sulle stradine sono riportati pensieri, memorie, citazioni, disegni, messaggi di speranza dell’artista così denotando non solo un percorso fisico ma anche spirituale. Poi vi è la figura del Sole,del Papa, opera di Tinguely. Successivamente vi è l’Appeso, detto anche L’albero della Vita. Di fronte la testa del Matto e qui si staglia il bianco e nero della figura della Giustizia.
Procedendo nel boschetto ci sono i due Innamorati, gioiose figure fanno il picnic. Più dietro l’Eremita e il castello dell’Imperatore. Al centro del cortile vi è una vasca, dove quattro felici nanas fanno il bagno, schizzando dai seni getti d’acqua. Sul retro vi è la torre, simbolo delle costruzioni mentali. In seguito l’Imperatrice-Sfinge, nella quale Niki ha abitato per lunghi anni. All’interno è presente la stanza da letto in un seno, la cucina nell’altro e lo spazio centrale è arredato a soggiorno-studio. Proseguendo il percorso si giunge alla figura della Temperanza, dedicata alla memoria di Tinguely e di Ricardo Menon. L’igloo è rivestito di specchi e formelle ceramiche in forma di fiori, ed è presente un piccolo altare con il bassorilievo di una Madonna nera che veglia sulle fotografie degli amici scomparsi. Ritornando indietro si giunge all’ultimo settore del giardino, in cui si ergono: la Morte, posta su un basamento di specchi e simboleggiata da una figura a cavallo blu che falcia uomini e animali, il Diavolo con le ali di pipistrello spiegate e infine il Matto, filiforme scultura “skinny” in cui il giovane vagabondo è il simbolo del caos, dello spirito, dell’entusiasmo. E per ultimo il Mondo, eseguita con Tinguely.
Un mondo unico quello creato da Niki, da visitare in primavera o in estate circondanti da una folta vegetazione e splendente di luci e colori. Un viaggio fisico e mistico nel mondo della magia e degli Arcani per riscoprire sé stessi attraverso l’arte e la natura.
***
Immagini dal sito del Giardino dei Tarocchi.
Leave A Reply
Bellissimo! L’ho visitato quando vivevo a Grosseto. Fantastico.
Buona serata.