Secondo giorno di viaggio.
Appena aperti gli occhi mi sono ritrovata immersa nel verde del campeggio di Cirella con il suono delle onde in lontananza e senza esitare mi sono diretta verso il mare per fare il primo bellissimo e rinfrescante bagno della giornata, che ha lasciato in me un grande senso di pace dettato dall’impenetrabile silenzio delle prime ore del giorno.
Solo dopo circa mezz’ora i primi assonnati bagnanti sono arrivati in spiaggia con un incedere lento e rilassato mentre l’irresistibile odore di cornetti caldi appena sfornati inebriava l’aria. Nonostante avessimo programmato di spostarci con le tende a San Nicola Arcella per la prossima tappa, decidiamo di pernottare ancora una notte nello stesso campeggio anche perché la distanza tra l’isola di Cirella e l’Isola di Dino è veramente minima se si ha la macchina.
Prese tutte le bagattelle da spiaggia partiamo verso l’Arcomagno, un luogo incantevole situato nella Riviera dei Cedri che appare alla vista come uno sperone di roccia alto circa 100 metri.
La zona è bellissima, ma purtroppo subito abbiamo notato l’incuria di alcuni residenti e turisti, che senza farsi troppe domande su dove fossero le pattumiere gettavano i rifiuti in spiaggia e purtroppo anche in mare, che a tratti era attraversato da sostanze non ben identificate e da altre fin troppo riconoscibili, un vero peccato perché è mortificante pensare che tali bellezze naturali vengano pregiudicate e maltrattate dai suoi stessi abitanti e turisti, che poi lamentano la sporcizia della coste.
Dopo aver trovato il nostro angolino di spiaggia libera, iniziamo finalmente a fare innumerevoli bagni per combattere il caldo eccessivo fino a metà pomeriggio quando, dopo un lungo confronto ad alzata di mano, decidiamo di risolvere l’annoso dilemma: affittare dei pedalò o affittare una barca per fare il giro dell’isola?
Vince (purtroppo) la barca. Dico purtroppo, nonostante io avessi votato a favore del mezzo comodo e indolore per i nostri muscoli, perché il giro è stato veramente deludente per svariate ragioni: in primis perché il nostro capitano non ci ha concesso nessuna sosta nel meraviglioso mare, di conseguenza nessun bagno e nessun tuffo, neanche all’interno della bellissima Grotta Azzurra, ma soprattutto lungo tutto il viaggio in barca tanta tarantella e una sequenza ininterrotta di nomi di grotte e anfratti, di cui ricordo solo la ‘ricchia (l’orecchio) e il cinghiale per la loro riconoscibile morfologia.
Per fortuna esistono i miei amici, scapestrati giovincelli amanti del bello, che una volta arrivati alla Grotta decidono di tuffarsi andando contro gli irremovibili ordini del capitano che cede al momento di collettiva ilarità per cinque minuti. Finalmente ci racconta la storia dell’isola, la quale ha alle sue spalle una lunga storia che vale la pena conoscere per comprendere i meccanismi calabresi di turismo e sostenibilità, infatti nel 1928 l’isola di Dino diventa di proprietà del comune di Praia a Mare, per poi essere venduta nel 1956 alla società di Gianni Agnelli con la speranza che la zona venisse turisticamente valorizzata. Purtroppo del periodo aureo non rimane molto se non dei trulli vandalizzati e ormai distrutti, un ristorante e un pub i quali recano i segni di una florida vita passata e di una movida non troppo lontana.
Attualmente l’isola rocciosa si presenta interamente ricoperta dalla folta macchia mediterranea e ogni tanto sugli speroni di roccia spuntano delle caprette arrampicate su improbabili speroni di roccia. Dopo aver visto tutte le meraviglie naturali e aver concluso il giretto furtivo intorno all’isoletta, finalmente approdiamo all’Arcomagno!
Tempo concesso dal capitano 30 minuti!
A quel punto decidiamo di ringraziare il capitano, paghiamo e un po’ delusi abbandoniamo la nave! A nostro avviso spendere i soldi per il pedalò sarebbe stato meglio perché ci avrebbe dato maggior autonomia e saremmo potuti entrare nella Grotta Azzurra tranquillamente…
Arrivati nella spiagetta dell’Arcomagno è stata subito festa, abbiamo iniziato a conoscere molti ragazzi e ragazze che arrivavano sia da terra che da mare, e chiaramente non poteva che scattare la foto collettiva.
Ormai l’ora si era fatta tarda, la grotta è molto umida quindi decidiamo di tornare verso le macchine per incamminarci verso Cirella, non prima di aver fatto un’abbondante spesa per la cena in campeggio. Percorrere il piccolo sentiero accidentato che porta alla spiagetta di Marinella e, stanchi, ustionati ma felici di questa giornata al mare, torniamo verso le tende per fare la cena al campeggio tra amici, chitarre, vino locale, musica, pomodori e salumi vari… un ottimo modo per concludere una bellissima giornata!!
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Testo e immagini ©Claudia Stritof.
I giorno di viaggio: Calabria on the road… Fiumefreddo Bruzio e Isola di Cirella.
II giorno di viaggio: Calabria on the road… San Nicola Arcella.
III giorno di viaggio: Calabria on the road… Lorica e la Sila.
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[…] dei magnifici luoghi visitati nelle tappe precedenti ovvero, Fiumefreddo Bruzio, Isola di Cirella, San Nicola Arcella, la Sila e Lorica… ma all’appello mancano ancora le ultime tappe: Santa Severina e […]
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