Il 18 marzo alla Matèria Gallery di Roma inaugura la mostra Youth Codes, a cura di Gianpaolo Arena e Niccolò Fano. Un’esposizione che rende omaggio al Punk e ai suoi 40 anni, mettendo a confronto due serie fotografiche: Punks di Karen Knorr e Olivier Richon e Colossal Youth del fotografo tedesco Andreas Weinand.
La prima serie Punks è stata realizzata negli anni tra il 1976 e il 1977 a Londra, dove i due artisti Karen Knorr e Olivier Richon, ancora studenti presso il Polytechnic of Central London, hanno documentato da vicino l’emergente scena punk che gravitava intorno ai famosi clubs londinesi come il Roxy di Covent Garden e Global Village di Charing Cross. Un’occhio indiscreto, il loro, che con un «approccio talvolta più formale rispetto ad altri lavori dedicati alla cultura punk», si propone l’intento di evidenziare e rendere manifesti i simboli della nascente subcultura.
La seconda serie, intitolata Colossal Youth è stata realizzata dal fotografo tedesco Andreas Weinand, tra il 1988 e il 1990 a Essen in Germania. Il fotografo ritrae la gioventù tedesca e l’influenza che il punk ha avuto nella società, a dieci anni di distanza dalla prima importante ondata di ribellione. Le sue foto a colori, sono uno spaccato sull’esistenza umana: ragazzi che si svagano al mare facendo la verticale, ragazzi che si perdono nelle proprie elucubrazioni mentali e ancora giovani che esprimono rabbia, gioia e noia, mentre festeggiano, litigano o dormono. Ciò che Andreas Weinand cattura è la quotidianità del vivere nel suo contesto socio-culturale, raccontata con uno stilo diaristico, mai distaccato e sempre partecipe.
Le immagini della mostra Youth Codes sono intime e delicate, non hanno alcuna pretesa di giudicare, ma al contrario la voglia di far capire in profondità un fenomeno importante, come lo è stato quello del punk. Una storia lunga 40 anni che ha inizio negli Stati Uniti, quando sul palco del CBGB’s suonano Richard Hell, i Ramones e i Television, mentre Legs McNeil e John Holmstrom fondano la fanzine Punk, rivista che diventa la portavoce ufficiale della fervida vita musicale e artistica newyorchese.
In questi anni a New York c’e anche Malcom McLaren, manager per un breve periodo dei New York Dolls, che una volta tornato a Londra nel 1975 decide di aprire, con la sua compagna di allora Vivianne Wastwood, la boutique SEX. Il negozio in breve tempo viene frequentato da musicisti e giovani, i quali vanno da McLaren per passare il loro tempo parlando di musica. E’ qui che si formano i Sex Pistols, ed è qui che nasce la moda delle t-shirt strappate, giubbotti in pelle, e jeans logori con catene e borchie.
E’ il 1976, Londra registra alti tassi di disoccupazione giovanile e la crisi economica dilania il paese, i ragazzi si ribellano ad una società austera e conservatrice, in questo clima si propaga il punk, cultura etichettata dai mass-media come pericolosa e sovversiva mentre i ragazzi definiti «individui annoiati o aggressivi, figure irriverenti» e scapestrate.
Oltre ai già citati Sex Pistols, nascono i Damned, i Clash e le Slits, il punto di ritrovo sono i concerti, dove il più delle volte avvengono risse e scazzottate, le canzoni sono urlate al microfono e i suoni sono sporchi. In poche parole, è la nascita del Punk!
La mostra Youth Codes alla Matèria Gallery ci permette di ripercorrere tutto questo, indagando non solo la nascita del punk londinese, ma anche mostrando gli effetti e gli sviluppi che questo importante fenomeno culturale e sociale ha avuto nel tempo.
Testo a cura di Claudia Stritof.
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Youth Codes
Matèria Gallery, via Tiburtina 149, Roma
18 marzo – 28 aprile 2016
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